26 Maggio 2024
Al giorno di oggi, erano 25 anni che non andavo a Marsiglia – era il secolo passato. Ero quasi in ansia di rivedere questa città che nella nebbia dei miei ricordi lontani, era rimasta come una di quelle città di mare. Sono quattro alla fine.
Mi ricordavo quella larga via che porta ai calanchi e a Cassis fiancata da doppie file di tigli tra le quattro corsie centrali e le corsie preferenziali – le macchine parcheggiate in doppia fila. Mi ricordavo il vecchio porto con la grande fortezza quadrata in punta, il mercato del pesce e la cattedrale neobizantina sulla collina – Notre Dame. Un area verde la circonda e Notre Dame si erge lì come se fosse stata improvvisamene circondata dalla città moderna… Temevo di essere tradito dai miei ricordi. Marsiglia, come Napoli diventano le porte dell’Africa. Le San Paolo Europee, miscelanea di popoli,religioni, culture, idee. Luoghi di cuccagna, di ritmo e di vita, dove si incontrano i paesi del mediterraneo, i mercati, le spezie, dove il sole e il mare confondono I colori.
Ma uscendo dalla superstrada e entrando nel centro di Marsiglia, poco distante dal Vecchio Porto, la mia preoccupazione svanisce. Tutto ricorda il Sud e il mediterraneo: Napoli, Palermo, Valette,… l’architettura, la vegetazione, la luce, l’aria di mare, la gente a piedi nella città. La lunga via alberata dai tronchi antracite del Boulevard Notre Dame e le lunghissime vie rette che finiscono da un lato sulla sommità della collina, dell’altro sulla montagna – molto come la spacca Napoli. Poi c’è il quartiere della cattedrale, sospesa sul porto come a Vallette. Ma qui a Marsiglia come a Napoli, nonostante I danni causati alle economie mondiali dai tecnocrati del regime Europeo, la vita va avanti. Erano città abituate al caos e di fatto, poche cose sono cambiate. La distopia è in progresso e il tentativo della brexit di interrompere la macchina infernale della UE 2.0 è stata abortita. Oggi, in questo Maggio 2024, nella trasversale della Cannebière, la testimonianza più flagrante dello stato di debacle è il camion cisterna grigio dell’altro lato della strada. Si legge:
DRINK CHICKEN
POLLO SURGELATO LIQUEFATTO
Nestubil corporation a ormai l’egemonia totale su l’alimentare a livello mondiale, e la DRINK CHICKEN CORPORATION è la filiale pollo liquido. La UE ne ha autorizzato l’importazione quest’anno. Fino al 2015 si accontentavano di spruzzare resti di pollo liquefatti su crocchette per cani e altri condimenti. Ora, il pollo surgelato liquefatto è un pollo surgelato intero da vivo, e poi liquefatto con mezzi meccanici e chimici, aromatizzato, e pronto per essere consumato caldo o freddo come bevande. Il colore è generalmente beige, ma può cambiare a funzione degli aromi. Una soluzione che permette di produrre un alimento ricco a costo zero per distribuire alla popolazione ormai affamata, costretta di fare la fila con i ticket per ottenere una razione di pollo surgelato liquefatto. E servita tiepida in bicchieri di polistirolo prodotti da una filiale della Nestubil. Le code per ottenere la pozione di pollo liquido sono molto lunghe, a volte chilometriche, ma questo è il progresso promesso dalla UE. Il progetto sociale Europeo.
Questa Europa geografica e culturale rimasta sana fino al trattato di Maastricht (1992, l’ultimo buono secondo Giscard), è diventata un mostro globofago incontrollabile dopo il trattato di Nizza del 2001. E scivolata nel ‘insanità sovietica – di quella Unione Sovietica che ci dipingevano i media occidentali – quella vera si conosce male. Un gruppo di dirigenti sono entrati nello stato di negazione e rifiutano di riconoscere i errori spingendo avanti politiche sbagliate, abbandonando i popoli Europei a favore degli interessi corporativi.
A volte sogno un Europa dove questi paesi fondatori, invece di crescere seguendo il modello sovietico, allargandosi come un tumore ai paesi confinanti (I stessi finalmente che accusavano l’Unione Sovietica di aver fagocitati), si era aperta al mondo. Sognavo che questa Europa geografica di fatto (come definita nell’antichità, a Nord del Mediterraneo), invece di distruggere il mondo un’altra volta dopo la prima e la seconda guerra, si era aperta all’Africa e alla Russia, ai Balcani, all’oriente. Invece di crescere come un entità politica e tecnocratica promuovendo gli interessi corporativi, era cresciuta culturalmente e umanamente, espandendo no burocrazia e guerra, bensì amore, pace e conoscenza, emigrando verso l’Africa.
Ma davanti a me, in questo aprile 2017, il camion cisterna grigio con la scritta “pollo surgelato liquefatto”.