Io mi avveleno
Tu ti avveleni
Lui si avvelena
Noi ci avveleniamo
Voi vi avvelenate
Essi si avvelenano
“Ma pensi che non importa a la gente di mangiare cibo trattato con veleni mortali!?” chiede Lucio. Guidando la macchina in aperta campagna, guarda attentamente il paesaggio. I campi di grano e orzo cambiano colore e il verde virando al giallo prende quel riflesso oro-argento. La superficie pianeggiante a Ovest e Sud Ovest dei Monti Cimini è una caratteristica terra di Grano, cereali e foraggi. Ampi spazzi che si proiettano sui rilievi vulcanici del Cimino e di Montefiascone – il lago di Bolsena. Ma nei ultimi due anni, nuove sagome sono apparse: grande aree coltivate con lunghi filari di alberelli. Piccoli, meno di un metro a fasci conici compatti. “Rimanessero cosi…” pensa nell’attesa di una Risposta di Jurgen. Nuovi impianti di nocciola si moltiplicano in tutta la Tuscia. – un’ ondata anomala. Se non si ferma, si ripetono i soliti sbagli del passato e si cade nella buca: la monocultura intensiva e le tonnellate di veleni per tenere sotto controllo il sistema sbagliato. Una nuova bolla speculativa.
Ma Lucio si riprende, esce dell’anticipazione dove era entrato: il paesaggio ampio della Tuscia non si vede più che in rari punti, ed il resto è un percorso continuo in un noccioleto come in altre zone ad Est del vulcano dell’altro lato del lago di Vico. “Tra un paio d’anni non si verrà più niente dalla strada. I noccioli saranno alti 3 metri.” pensa ancora prima di rivolgersi a Jurgen.
“Non lo sanno forse, che gran parte del cibo che comprano è spruzzato con veleni, che spesso il bestiame allevato in batterie è pompato di antibiotici, mangia foraggi OGM o trattati al diserbante prima della raccolta. O se ne fregano, non hanno il tempo e la forza di cercare meglio?”
Jurgen è perso nel paesaggio, guarda lontano verso i Cimini, laddove crescono i noccioleti. Esita prima di rispondere. Passa la mano sui baffi e si lancia finalmente:
“Non lo so.”