Da questa foto si intravede che cos’era la Tuscia prima degli aerogeneratori industriali. Era pura campagna. Questo è il primo degli 9 aerogeneratori di 2MW spartiti tra i comuni di Tessennano e Arlena di Castro al confine con il comune di Tuscania. Nei prossimi giorni vedremmo come questi 9 aerogeneratori ormai in piedi hanno sostituito il paesaggio originale con un nuovo paesaggio “verticale” – lo stesso di qualsiasi altro paesaggio verticale d’Europa dove gli aerogeneratori hanno sostituito i spazi rurali. Nel frattempo il consumo di energie fossili continua allo stesso ritmo o aumenta. Di notte sembra di essere in periferia di una megalopoli tanto i fari lampeggianti bianchi e rossi piazzati in cima agli aerogeneratori sono potenti e estesi sull’orizzonte. Mi ricorda quel articolo che scrisse sulla Provenza e quel italiano che parlava con una giovane asiatica dal terrazzo di un ristorante di Bonnieux. Diceva che in Italia non esistono più questi spazi notturni neri e senza luci e io pensavo “Ah! Non conosce la Tuscia”. Ormai questo sogno è finito. L’Italiano aveva ragione: non esistono grandi spazi neri la notte in Italia se non in alta montagna. Anche in direzione del poligono si muovono le cose e vediamo delle luci ormai…

 

P.S. Nella foto, a parte il primo aerogeneratore a cui manca una pala, si nota completamente a sinistra la metà della base del secondo aerogeneratore che colonizza la piana in leggera discesa dal lago di Bolsena sulle creste del quale esiste da anni una zona di aerogeneratori industriali selvaggi molto estesa con una trentina di aerogeneratori.