Dal belvedere della necropoli di Tarquinia (sito UNESCO) guardando verso l’Entroterra Etrusco (l’Etruria interne) si vedono gli aerogeneratori industriali di Arlena di Castro/Tessennano. A tutti gli effetti sono l’unico elemento deturpante della scena altrimenti non dissimile a quella dell’ottocento: grandi spazi selvaggi dove macchia mediterranea e terre coltivate si succedono armoniosamente. Pochi borghi medievali punteggiano questo territorio. All’eccezione dell’eolico, lo sprawl modeno è assente su decine e decine di chilometri dalla Toscana ai monti della Tolfa. La struttura militare nella valle del Marta, che si vede dal belvedere è coerente con un elemento di civiltà passata e non altera la percezione di paesaggio storico. Qualche case nella valle non creano un disturbo visivo eccessivo.
Nella foto si vedono 7 dei 9 aerogeneratori di Arlena/Tessennano. Gli aerogeneratori per ora in numero limitato e contenuti nello spazio, non stravolgono ancora la scena, ma un ulteriore arrivo di areogeneratori creerebbe un effetto selva di aerogeneratori analogo a quello che vediamo nel Foggiano. Una selva di aerogeneratori dal sito UNESCO? Non sono certo nell’immediata vicinanza della necropoli, ma la magia del paesaggio della Tuscia è di essere incontaminato. Per le sue caratteristiche morfologiche molto moderate, questo paesaggio di doce colline e pianure sospese tra i vulcani non tollera la presenza di strutture di dimensioni mastodontiche. Tale paesaggio diventerebbe monotono e banale se venisse coperto di strutture sovradimensionate.