(Allegato 4)
ALLEGATO 4
(punti 14.9, 16.3 e 16.5)
IMPIANTI EOLICI:
ELEMENTI PER IL CORRETTO INSERIMENTO
NEL PAESAGGIO E SUL TERRITORIO
INDICE
1. PREMESSA………………………………………………..
2. CAMPO DI APPLICAZIONE…………………………………….
3. IMPATTO VISIVO ED IMPATTO SUL PATRIMONIO
CULTURALE E PAESAGGISTICO…………………………………
3.1 Analisi dell’inserimento nel paesaggio…………………….
3.2. Misure di mitigazione…………………………………..
4. IMPATTO SU FLORA, FAUNA ED ECOSISTEMI………………………
4.1. Analisi dell’impatto su vegetazione e flora……………….
4.2. Analisi dell’impatto sulla fauna…………………………
4.3. Analisi dell’impatto sugli ecosistemi…………………….
5. GEOMORFOLOGIA E TERRITORIO………………………………..
5.1. Analisi delle interazioni geomorfologiche…………………
5.2 Analisi della fase di cantiere……………………………
5.3. Misure di mitigazione…………………………………..
6. INTERFERENZE SONORE ED ELETTROMAGNETICHE……………………
6.1. Analisi delle sorgenti sonore……………………………
6.2. Analisi delle interferenze elettromagnetiche
ed interferenze sulle telecomunicazioni…………………..
6.3. Misure di mitigazione…………………………………..
7. INCIDENTI……………………………………………….
7.1. Analisi dei possibili incidenti………………………….
7.2. Misure di mitigazione…………………………………..
8. IMPATTI SPECIFICI, NEL CASO DI PARTICOLARI UBICAZIONI………..
9. TERMINE DELLA VITA UTILE DELL’IMPIANTO E DISMISSIONE…………
1. PREMESSA
Gli impianti eolici, come gli impianti alimentati da fonti
rinnovabili, garantiscono un significativo contributo per il
raggiungimento degli obiettivi e degli impegni nazionali, comunitari
e internazionali in materia di energia ed ambiente. Inoltre,
l’installazione di tali impianti favorisce l’utilizzo di risorse del
territorio, promuovendo la crescita economica e contribuendo alla
creazione di posti di lavoro, dando impulso allo sviluppo, anche a
livello locale, del potenziale di innovazione mediante la promozione
di progetti di ricerca e sviluppo.
Nei punti successivi vengono evidenziate modalita’ dei possibili
impatti ambientali e paesaggistici e vengono indicati alcuni criteri
di inserimento e misure di mitigazione di cui tener conto, sia in
fase di progettazione che in fase di valutazione di compatibilita’
dei progetti presentati, fermo restando che la sostenibilita’ degli
impianti dipende da diversi fattori e che luoghi, potenze e tipologie
differenti possono presentare criticita’ sensibilmente diverse.
Qualora determinate misure di mitigazione dovessero porsi in
conflitto (per esempio: colorazione delle pale per questioni di
sicurezza del volo aereo ed esigenze di colorazioni neutre per
mitigazione dell’impatto visivo), l’operatore valutera’ in sede
progettuale quale delle misure prescegliere, salvo che le
amministrazioni competenti non indichino diverse misure di
mitigazione a seguito della valutazione degli interessi prevalenti.
2. CAMPO DI APPLICAZIONE
Il presente allegato si applica agli impianti eolici industriali
soggetti all’autorizzazione unica di cui all’articolo 12 del decreto
legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, nel rispetto delle norme
vigenti in materia di tutela dell’ambiente e del paesaggio
3. IMPATTO VISIVO ED IMPATTO SUI BENI CULTURALI E SUL PAESAGGISTICO
L’impatto visivo e’ uno degli impatti considerati piu’ rilevanti fra
quelli derivanti dalla realizzazione di un campo eolico. Gli
aerogeneratori sono infatti visibili in qualisiasi contesto
territoriale, con modalita’ differenti in relazione alle
caratteristiche degli impianti ed alla loro disposizione, alla
orografia, alla densita’ abitativa ed alle condizioni atmosferiche.
L’alterazione visiva di un impianto eolico e’ dovuta agli
aerogeneratori (pali, navicelle, rotori, eliche), alle cabine di
trasformazione, alle strade appositamente realizzate e
all’elettrodotto di connessione con la RTN, sia esso aereo che
interrato, metodologia quest’ultima che comporta potenziali impatti,
per buona parte temporanei, per gli scavi e la movimentazione terre.
L’analisi degli impatti deve essere riferita all’insieme delle opere
previste per la funzionalita’ dell’impianto, considerando che buona
parte degli impatti dipende anche dall’ubicazione e dalla
disposizione delle macchine.
Per quanto riguarda la localizzazione dei parchi eolici
caratterizzati da un notevole impegno territoriale, l’inevitabile
modificazione della configurazione fisica dei luoghi e della
percezione dei valori ad essa associati, tenuto conto
dell’inefficacia di misure volte al mascheramento, la scelta della
localizzazione e la configurazione progettuale, ove possibile,
dovrebbero essere volte, in via prioritaria, al recupero di aree
degradate laddove compatibile con la risorsa eolica e alla creazione
di nuovi valori coerenti con il contesto paesaggistico. L’impianto
eolico dovrebbe diventare una caratteristica stessa del paesaggio
,contribuendo al riconoscimento delle sue specificita’ attraverso un
rapporto coerente con il contesto. In questo senso l’impianto eolico
determinera’ il progetto di un nuovo paesaggio.
Di seguito vengono da un lato forniti criteri e indicazioni per una
corretta analisi finalizzata all’inserimento nel paesaggio, e
contestualmente vengono indicate possibili misure per la mitigazione
dell’impatto paesaggistico.
Le indicazioni sono riferite in particolare ai campi eolici e agli
aerogeneratori in quanto costituiscono gli elementi di piu’ incisiva
intrusivita’.
3.1 Analisi dell’inserimento nel paesaggio
Un’analisi del paesaggio mirata alla valutazione del rapporto fra
l’impianto e la preesistenza dei luoghi costituisce elemento fondante
per l’attivazione di buone pratiche di progettazione, presupposto
indispensabile per l’ottimizzazione delle scelte operate.
Le indicazioni metodologiche generali, riportate in corsivo, fornite
dall’allegato tecnico del D.P.C.M. 12 dicembre 2005 per la redazione
della Relazione Paesaggistica, obbligatorie nei casi previsti
dall’art. 146 del D.lgs 42/2004, costituiscono comunque un utile
riferimento per una puntuale analisi di qualsiasi contesto e
paesaggio, alla luce dei principi della Convenzione Europea del
Paesaggio.
Pertanto le analisi del territorio dovranno essere effettuate
attraverso una attenta e puntuale ricognizione e indagine degli
elementi caratterizzanti e qualificanti il paesaggio, effettuata alle
diverse scale di studio (vasta, intermedia e di dettaglio) in
relazione al territorio interessato alle opere e al tipo di
installazione prevista, fatta salva comunque la necessita’,
successiva al rilascio dell’autorizzazione, della scala di dettaglio
ai fini delle verifiche di ottemperanza..
Le analisi debbono non solo definire l’area di visibilita’
dell’impianto, ma anche il modo in cui l’impianto viene percepito
all’interno del bacino visivo.
Le analisi visive debbono inoltre tener in opportuna considerazione
gli effetti cumulativi derivanti dalla compresenza di piu’ impianti.
Tali effetti possono derivare dalla co-visibilita’, dagli effetti
sequenziali o dalla reiterazione.
Si sottolinea l’importanza fondamentale, quale fonte di conoscenza,
del sopralluogo che consente il rilievo, geometrico e fotografico,
dello stato dei luoghi nei propri aspetti dimensionali, materici e
d’uso e che permette l’immediato riscontro delle conoscenze acquisite
a tavolino.
Il sopralluogo rappresenta la prima modalita’ di rapporto con le
caratteristiche proprie dei luoghi oggetto di progetto.
Le scale di analisi dovranno essere riferite a cartografie omogenee
che costituiranno il supporto cartografico di base su cui riportare
gli esiti delle ricognizioni ed indagini e quindi delle analisi
effettuate, indicando in ogni elaborato la nuova realizzazione.
Lo stesso per quanto riguarda l’indicazione dei punti di presa,
scelti come di seguito indicato, utilizzati per una appropriata ed
esaustiva documentazione fotografica dei luoghi cosi’ come essi si
presentano ante operam e delle simulazioni di come essi si
presenteranno post operam. Si raccomanda l’utlizzo degli stessi punti
di presa delle immagini in cui saranno effettuate le simulazioni per
una reale valutazione degli effetti sul paesaggio prodotti dalle
trasformazioni previste.
Tutto cio’ premesso l’analisi dell’inserimento nel paesaggio dovra’
quantomeno prevedere:
– analisi dei livelli di tutela
Andranno evidenziati i diversi livelli “…operanti nel contesto
paesaggistico e nell’area di intervento considerata, rilevabili dagli
strumenti di pianificazione paesaggistico, urbanistica e territoriale
e da ogni fonte normativa, regolamentare e provvedimentale;” fornendo
“indicazione della presenza di beni culturali tutelati ai sensi della
Parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio”;
– analisi delle caratteristiche del paesaggio nelle sue diverse
componenti, naturali ed antropiche
Andranno messe in evidenza “… configurazioni e caratteri
geomorfologici; appartenenza a sistemi naturalistici (biotopi,
riserve, parchi naturali, boschi); sistemi insediativi storici
(centri storici, edifici storici diffusi), paesaggi agrari (assetti
colturali tipici, sistemi tipologici rurali quali cascine, masserie,
baite, ecc.), tessiture territoriali storiche (centuriazioni,
viabilita’ storica); appartenenza a sistemi tipologici di forte
caratterizzazione locale e sovralocale (sistema delle cascine a corte
chiusa, sistema delle ville, uso sistematico della pietra, o del
legno, o del laterizio a vista, ambiti a cromatismo prevalente);
appartenenza a percorsi panoramici o ad ambiti di percezione da punti
o percorsi panoramici; appartenenza ad ambiti a fine valenza
simbolica”;
– analisi dell’evoluzione storica del territorio.
Andranno, percio’, messi in evidenza: “…la tessitura storica, sia
vasta che minuta esistente: in particolare, il disegno paesaggistico
(urbano e/o extraurbano), l’integrita’ di relazioni, storiche,
visive, simboliche dei sistemi di paesaggio storico esistenti
(rurale, urbano, religioso, produttivo, ecc.), le strutture
funzionali essenziali alla vita antropica, naturale e alla produzione
(principali reti di infrastrutturazione); le emergenze significative,
sia storiche, che simboliche”;
– analisi dell’intervisibilita’ dell’impianto nel paesaggio,
Andra’ analizzata, a seconda delle sue caratteristiche distributive,
di densita’ e di estensione attraverso la “… rappresentazione
fotografica dello stato attuale dell’area d’intervento e del contesto
paesaggistico, ripresi da luoghi di normale accessibilita’ e da punti
e percorsi panoramici, dai quali sia possibile cogliere con
completezza le fisionomie fondamentali del territorio. Nel caso di
interventi collocali in punti di particolare visibilita’ (pendio,
lungo mare, lungo fiume, ecc.), andra’ particolarmente curata la
conoscenza dei colori, dei materiali esistenti e prevalenti dalle
zone piu’ visibili, documentata con /olografie e andranno studiate
soluzioni adatte al loro inserimento sia nel contesto paesaggistico
che nell’area di intervento”.
Facendo riferimento alla documentazione prescritta per la citata
Relazione Paesaggistica sono richiesti preferendo dove possibile la
planimetria con scala piu’ bassa:
1. planimetria in scala 1: 5.000 o 1: 10.000 o 1: 25.000 o 1:50.000
con indicati i punti da cui e’ visibile l’area di intervento;
2. cartografia in scala 1: 5.000 o 1: 10.000 o 1: 25.000 o 1:50.000
che evidenzi le caratteristiche morfologiche dei luoghi, la tessitura
storica del contesto paesaggistico, il rapporto con le
infrastrutture, le reti esistenti naturali e artificiali;
3. planimetria in scala 1: 2.000 o 1: 5.000 o 1:10.000 che riveli nel
dettaglio la presenza degli elementi costitutivi del paesaggio
nell’area di intervento;
4. simulazioni di progetto.
In particolare dovra’ essere curata “…La carta dell’area di
influenza visiva degli impianti proposti; la conoscenza dei caratteri
paesaggistici dei luoghi secondo le indicazioni del precedente punto
2. Il progetto dovra’ mostrare le localizzazioni proposte all’interno
della cartografia conoscitiva e simulare l’effetto paesistico, sia
dei singoli impianti che dell’insieme formato da gruppi di essi,
attraverso la fotografia e lo strumento del rendering, curando in
particolare la rappresentazione dei luoghi piu’ sensibili e la
rappresentazione delle infrastrutture accessorie all’impianto”.
L’analisi dell’interferenza visiva passa inoltre per i seguenti
punti:
a) definizione del bacino visivo dell’impianto eolico, cioe’ della
porzione di territorio interessato costituito dall’insieme dei punti
di vista da cui l’impianto e’ chiaramente visibile;. Gli elaborati
devono curare in particolare le analisi relative al suddetto ambito
evidenziando le modifiche apportate e mostrando la coerenza delle
soluzioni rispetto ad esso. Tale analisi dovra’ essere riportata su
un supporto cartografico alla scala opportuna, con indicati i punti
utilizzati per la predisposizione della documentazione fotografica
individuando la zona di influenza visiva e le relazioni di
intervisibilita’ dell’intervento proposto;
b) ricognizione dei centri abitati e dei beni culturali e
paesaggistici riconosciuti come tali ai sensi del Decreto legislativo
42/2004, distanti in linea d’aria non meno di 50 volte l’altezza
massima del piu’ vicino aerogeneratore, documentando fotograficamente
l’interferenza con le nuove strutture;
c) descrizione, rispetto ai punti di vista di cui alle lettere a) e
b), dell’interferenza visiva dell’impianto consistente in:
– ingombro (schermo, intrusione, sfondo) dei coni visuali dai punti
di vista prioritari;
– alterazione del valore panoramico del sito oggetto
dell’installazione.
Tale descrizione e’ accompagnata da una simulazione delle modifiche
proposte, soprattutto attraverso lo strumento del rendering
fotografico che illustri la situazione post operam. Il rendering deve
avere, almeno, i seguenti requisiti:
– essere realizzato su immagini reali ad alta definizione;
– essere realizzato in riferimento a punti di vista significati;
– essere realizzato su immagini realizzate in piena visibilita’
(assenza di nuvole, nebbia; etc.);
– essere realizzato in riferimento a tutti i beni immobili sottoposti
alla disciplina del D lgs 42/2004 per gli effetti di dichiarazione di
notevole interesse e notevole interesse pubblico.
d) verifica, attraverso sezioni – skyline sul territorio interessato,
del rapporto tra l’ingombro dell’impianto e le altre emergenze
presenti anche al fine di una precisa valutazione del tipo di
interferenza visiva sia dal basso che dall’alto, con particolare
attenzione allorche’ tale interferenza riguardi le preesistenze che
qualificano e caratterizzano il contesto paesaggistico di
appartenenza.
3.2. Misure di mitigazione
Si segnalano di seguito alcune possibili misure di mitigazione:
a) Ove possibile, vanno assecondate le geometrie consuete del
territorio quali, ad esempio, una linea di costa o un percorso
esistente In tal modo non si frammentano e dividono disegni
territoriali consolidati;
b) Ove possibile, deve essere considerata la singolarita’ e
diversita’ di ogni paesaggio, evitando di interrompere un’unita’
storica riconosciuta;
c) la viabilita’ di servizio non dovra’ essere finita con
pavimentazione stradale bituminosa; ma dovra’ essere resa
transitabile esclusivamente con materiali drenanti naturali;
d) potra’ essere previsto l’interramento dei cavidotti a media e
bassa tensione, propri dell’impianto e del collegamento alla rete
elettrica;
e) si dovra’ esaminare l’effetto visivo provocato da un’alta densita’
di aerogeneratori relativi ad un singolo parco eolico o a parchi
eolici adiacenti; tale effetto deve essere in particolare esaminato e
attenuato rispetto ai punti di vista o di belvedere, accessibili al
pubblico, di cui all’articolo 136; comma 1, lettera d, del Codice,
distanti in linea d’aria non meno di 50 volte l’altezza massima del
piu’ vicino aerogeneratore;
f) utilizzare soluzioni cromatiche neutre e di vernici
antiriflettenti, qualora disponibili;
g) ove necessarie, le segnalazioni per ragioni di sicurezza del volo
a bassa quota, siano limitate, alle macchine piu’ esposte (per
esempio quelle terminali del campo eolico o quelle piu’ in alto); se
cio’ e’ compatibile con le normative in materie di sicurezza;
h) prevedere l’assenza di cabine di trasformazione a base palo (fatta
eccezione per le cabine di smistamento del parco eolico); utilizzando
tubolari al fine di evitare zone cementate che possono invece essere
sostituite da prato, erba, etc. ;
i) preferire gruppi omogenei di turbine piuttosto che macchine
individuali disseminate sul territorio perche’ piu’ facilmente
percepibili come un insieme nuovo;
j) in aree fortemente urbanizzate, puo’ essere opportuno prendere in
considerazione luoghi in cui sono gia’ presenti grandi infrastrutture
(linee elettriche, autostrade, insediamenti industriali, ecc.) quale
idonea ubicazione del nuovo impianto: la frammistione delle macchine
eoliche ad impianti di altra natura ne limita l’impatto visivo;
k) la scelta del luogo di ubicazione di un nuovo impianto eolico deve
tener conto anche dell’eventuale preesistenza di altri impianti
eolici sullo stesso territorio. In questo caso va, infatti, studiato
il rapporto tra macchine vecchie e nuove rispetto alle loro forme,
dimensioni e colori;
l) nella scelta dell’ubicazione di un impianto considerare,
compatibilmente con i vincoli di carattere tecnico e produttivo; la
distanza da punti panoramici o da luoghi di alta frequentazione da
cui l’impianto puo’ essere percepito. Al diminuire di tale distanza
e’ certamente maggiore l’impatto visivo delle macchine eoliche;
m) sarebbe opportuno inserire le macchine in modo da evitare
l’effetto di eccessivo affollamento da significativi punti visuali;
tale riduzione si puo’ anche ottenere aumentando, a parita’ di
potenza complessiva, la potenza unitaria delle macchine e quindi la
loro dimensione, riducendone contestualmente il numero. Le dimensioni
e la densita’, dunque, dovranno essere commisurate alla scala
dimensionale del sito;
n) una mitigazione dell’impatto sul paesaggio puo’ essere ottenuta
con il criterio, di assumere una distanza minima tra le macchine di
5-7 diametri sulla direzione prevalente del vento e di 3-5 diametri
sulla direzione perpendicolare a quella prevalente del vento;
o) la valutazione degli effetti sul paesaggio di un impianto eolico
deve considerare le variazioni legate alle scelte di colore delle
macchine da installare. Sebbene norme aeronautiche ed esigenze di
mitigazione degli impatti sull’avifauna pongano dei limiti entro cui
operare, non mancano utili sperimentazioni per un uso del colore che
contribuisca alla creazione di un progetto di paesaggio;
p) ove non sussistano controindicazioni di carattere archeologico
sara’ preferibile interrare le linee elettriche di collegamento alla
RTN e ridurle al minimo numero possibile dove siano presenti piu’
impianti eolici. La riduzione al minimo di tutte le costruzioni e le
strutture accessorie favorira’ la percezione del parco eolico come
unita’. E’ importante, infine, pavimentare le strade di servizio con
rivestimenti permeabili.
4. IMPATTO SU FLORA, FAUNA ED ECOSISTEMI
L’impatto degli impianti eolici sulla vegetazione e’ riconducibile
unicamente al danneggiamento e/o alla eliminazione diretta di habitat
e specie floristiche.
Sulla fauna (in particolare avifauna e mammiferi chirotteri) sono
possibili, invece, impatti di tipo diretto (ad es. dovuti alla
collisione degli animali con parti dell’impianto) o indiretto (dovuti
ad es. alla modificazione o perdita di siti alimentari e
riproduttivi)
Agli impatti su flora e fauna possono inoltre essere legate
conseguenze generali sugli ecosistemi.
Queste tipologie di impatti sono presenti sia in fase di costruzione
dell’impianto eolico, che nella successiva fase di esercizio.
Di seguito vengono indicate, dunque, le informazioni che dovrebbero
essere inserite nello Studio di Impatto Ambientale, qualora previsto,
al fine di valutare tali impatti.
4.1. Analisi dell’impatto su vegetazione e flora
La descrizione dello stato iniziale dei luoghi dovra’ generalmente
comprendere:
– Analisi vegetazionale e floristica sul sito e sull’area vasta ed
individuazione degli habitat delle specie di flora di pregio
naturalistico (specie elencate in: normative regionali, Libro Rosso
delle piante d’Italia, Liste rosse regionali, IUCN, Direttive
comunitarie) ;
Analisi degli impatti
– Devono essere valutate e minimizzate le modifiche che si verificano
su habitat e vegetazione durante la fase di cantiere (costruzione di
nuove strade di servizio e delle fondazioni per gli aerogeneratori;
interramento della rete elettrica, traffico di veicoli pesanti per il
trasporto di materiali e componenti per la costruzione dell’impianto,
ecc.).
– Deve essere evitato/minimizzato il rischio di erosione causato
dalla impermeabilizzazione delle strade di servizio e dalla
costruzione dell’impianto.
4.2. Analisi dell’impatto sulla fauna
L’analisi dello stato iniziale dei luoghi dovra’ generalmente
comprendere:
– Analisi faunistica sulle principali specie presenti nell’area di
intervento e nell’area circostante, con particolare riferimento alle
specie di pregio (IUCN, Convenzioni internazionali, Direttive
comunitarie, Liste rosse regionali e nazionali; normative regionali);
– Individuazione cartografica dei Siti Natura 2000, delle aree
naturali protette e delle zone umide, di aree di importanza
faunistica quali siti di riproduzione, rifugio, svernamento e
alimentazione, con particolare riguardo all’individuazione di siti di
nidificazione e di caccia dei rapaci, corridoi di transito utilizzati
dall’avifauna migratoria e dei grossi mammiferi; grotte utilizzate da
popolazioni di chirotteri; l’individuazione deve essere supportata da
effettivi e documentabili studi di settore reperibili presso le
pubbliche amministrazioni, enti di ricerca, universita’, ecc.
– Analisi del flusso aerodinamico perturbato al fine di valutare la
possibile interazione con l’avifauna.
Analisi degli impatti
– Deve essere effettuata l’analisi degli impatti distintamente sulle
sulle specie piu’ sensibili e su quelle di pregio (in particolare
sull’avifauna e sui chirotteri); valutando i seguenti fattori:
modificazione dell’habitat, probabilita’ di decessi per collisione,
variazione della densita’ di popolazione.
4.3. Analisi dell’impatto sugli ecosistemi
L’analisi dello stato iniziale dei luoghi dovrebbe generalmente
comprendere:
– L’individuazione delle principali unita’ ecosistemiche presenti nel
territorio interessato dall’intervento.
– L’analisi qualitativa della struttura degli ecosistemi che metta in
evidenza la funzione delle singole unita’ ecosistemiche. Devono
essere descritte le componenti abiotiche e biotiche delle principali
unita’ ecosistemiche, di ciascuna unita’ ecosistemica, e la loro
dinamica con particolare riferimento alla relazione fra i vari
popolamenti faunistici e al ruolo svolto dalle catene alimentari.
Analisi degli impatti
– E’ opportuno valutare i possibili impatti sulle unita’
ecosistemiche di particolare rilievo (boschi, corsi d’acqua, zone
umide, praterie primarie, ecc.).
4.4. Misure di mitigazione
Si segnalano di seguito alcune possibili misure di mitigazione:
a) minimizzazione delle modifiche dell’habitat in fase di cantiere e
di esercizio;
b) contenimento dei tempi di costruzione;
c) utilizzo ridotto delle nuove strade realizzate a servizio degli
impianti (chiusura al pubblico passaggio ad esclusione dei
proprietari) ed utilizzo esclusivamente per le attivita’ di
manutenzione degli stessi;
d) utilizzo di aerogeneratori con torri tubolari, con bassa velocita’
di rotazione delle pale e privi di tiranti;
e) ripristino della vegetazione eliminata durante la fase di cantiere
e restituzione alle condizioni iniziali delle aree interessate
dall’opera non piu’ necessarie alla fase di esercizio (piste, aree di
cantiere e di stoccaggio dei materiali). Dove non e’ piu’ possibile
il ripristino, e’ necessario avviare un piano di recupero ambientale
con interventi tesi a favorire la ripresa spontanea della vegetazione
autoctona;
f) Utilizzo di accorgimenti, nella colorazione delle pale, tali da
aumentare la percezione del rischio da parte dell’avifauna;
g) Inserimento di eventuali interruttori e trasformatori all’interno
della cabina;
h) Interramento o isolamento per il trasporto dell’energia su le
linee elettriche a bassa e media tensione, mentre per quelle ad alta
tensione potranno essere previsti spirali o sfere colorate;
i) Durante la fase di cantiere dovranno essere impiegati tutti gli
accorgimenti tecnici possibili per ridurre il piu’ possibile la
dispersione di polveri nel sito e nelle aree circostanti.
5. GEOMORFOLOGIA E TERRITORIO
5.1. Analisi delle interazioni geomorfologiche
Nel caso in cui l’impianto sia progettato in un’area con rete viaria
scarsa o inesistente, oppure la conformazione orografica presenti
forti acclivita’, devono essere valute e ponderate le diverse opzioni
per la realizzazione di nuove strade o l’adeguamento di quelle
esistenti al passaggio degli automezzi di trasporto.
Andra’ valutata con attenzione l’ubicazione delle torri in
prossimita’ di aree caratterizzate da situazioni di dissesto e/o
rischio idrogeologico perimetrate nei Piani di Assetto Idrogeologico
(P.A.I.) elaborati dalle competenti Autorita’ di Bacino ai sensi
della legge 183/1989 e successive modificazioni
Andranno valutate le modalita’ di ubicazione degli impianti e delle
opere connesse, in prossimita’ di compluvi e torrenti montani e nei
pressi di morfostrutture carsiche quali doline e inghiottitoi.
In ogni caso, le informazioni seguenti andranno generalmente fornite,
con riferimento a un’area sufficientemente grande da consentire un
corretto inquadramento dell’intervento:
1. localizzazione delle pale o dei tralicci;
2. la viabilita’ esistente;
3. i tratti di strade esistenti da adeguare;
4. le strade da realizzare;
5. il tracciato del collegamento alla rete elettrica nazionale;
6. la rete elettrica esistente;
7. le cabine da realizzare.
Il progetto preliminare o definitivo delle strade di accesso
all’impianto deve essere corredato dai profili altimetrici e dalle
sezioni tipo; ove l’acclivita’ e’ elevata, dovranno essere elaborate
sezioni specifiche da cui risulti possibile evidenziare le
modificazioni che saranno apportate in quella sede. Tali sezioni,
accompagnate da una simulazione fotografica, dovranno essere
riportate nello studio di impatto ambientale.
Il progetto statico, da presentare prima del rilascio finale
dell’autorizzazione, dovra’ includere:
– le caratteristiche costruttive delle fondazioni in cemento armato
degli aerogeneratori;
– le caratteristiche geotecniche del terreno secondo la relazione
geologica, geotecnica ed idrogeologica ai sensi dell’articolo 27 del
D.P.R. n. 554/99.
5.2 Analisi della fase di cantiere
Dovranno essere indicati i percorsi utilizzati per il trasporto delle
componenti dell’impianto fino al sito prescelto, privilegiando
l’utilizzo di strade esistenti ed evitando la realizzazione di
modifiche ai tracciati, compatibilmente con le varianti necessarie al
passaggio dei mezzi pesanti e trasporti speciali.
Dovranno essere evidenziate le dimensioni massime delle parti in cui
potranno essere scomposti i componenti dell’impianto ed i relativi
mezzi di trasporto, tra cui saranno tendenzialmente da privilegiare
quelli che consentono un accesso al cantiere con interventi minimali
alla viabilita’ esistente.
Nel caso sia indispensabile realizzare tratti viari di nuovo impianto
essi andranno accuratamente individuati, preferendo quelle soluzioni
che consentano il ripristino dei luoghi una volta realizzato
l’impianto.
Dovra’ essere predisposto un sistema di canalizzazione delle acque di
dilavamento delle aree di cantiere che consenta la raccolta delle
acque di qualsiasi origine (meteoriche o provenienti dalle
lavorazioni) per il successivo convogliamento al recettore finale,
previo eventuale trattamento necessario ad assicurare il rispetto
della normativa nazionale e regionale vigente.
E’ opportuno prevedere, al termine dei lavori, una fase di ripristino
morfologico e vegetazionale di tutte le aree soggette a movimento di
terra, ripristino della viabilita’ pubblica e privata, utilizzata ed
eventualmente danneggiata in seguito alle lavorazioni.
5.3. Misure di mitigazione
Si segnalano di seguito alcune possibili misure di mitigazione:
a) minima distanza di ciascun aerogeneratore da unita’ abitative
munite di abitabilita’, regolarmente censite e stabilmente abitate,
non inferiore ai 200 m;
b) minima distanza di ciascun aerogeneratore dai centri abitati
individuati dagli strumenti urbanistici vigenti non inferiore a 6
volte l’altezza massima dell’aerogeneratore;
c) E’ opportuno realizzare il cantiere per occupare la minima
superficie di suolo, aggiuntiva rispetto a quella occupata
dall’impianto e che interessi preferibilmente, ove possibile, aree
degradate da recuperare o comunque suoli gia’ disturbati e alterati;
(questa frase e’ in netto contrasto con quanto detto in precedenza
sul preferire aerogeneratori con taglie maggiori, infatti a maggiore
dimensione delle macchine corrisponde necessariamente un’area di
antiere maggiore!)
d) utilizzo dei percorsi di accesso presenti se tecnicamente
possibile ed adeguamento dei nuovi eventualmente necessari alle
tipologie esistenti;
e) contenimento dei tempi di costruzione;
f) deve essere posta attenzione alla stabilita’ dei pendii evitando
pendenze in cui si possono innescare fenomeni di erosione. Nel caso
di pendenze superiori al 20% si dovra’ dimostrare che la
realizzazione di impianti eolici non produrra’ ulteriori processi di
erosione e fenomeni di dissesto idrogeologico;
g) gli sbancamenti e i riporti di terreno dovranno essere i piu’
contenuti possibile;
h) deve essere data preferenza agli elettrodotti di collegamento alla
rete elettrica aerei qualora l’interramento sia insostenibile da un
punto di vista ambientale, geologico o archeologico.
6. INTERFERENZE SONORE ED ELETTROMAGNETICHE
6.1. Analisi delle sorgenti sonore
Il rumore emesso dagli impianti eolici deriva dalla interazione della
vena fluida con le pale del rotore in movimento e dipende dalla
tecnologia adottata per le pale e dai materiali isolanti utilizzati.
La distanza piu’ opportuna tra i potenziali corpi ricettori ed il
parco eolico dipende dalla topografia locale, dal rumore di fondo
esistente, nonche’ dalla taglia del progetto da realizzare. Anche se
studi hanno dimostrato che a poche centinaia di metri il rumore
emesso dalle turbine eoliche e’ sostanzialmente poco distinguibile
dal rumore di fondo e che all’aumentare del vento si incrementa anche
il rumore di fondo, mascherando cosi’ quello emesso dalle macchine,
risulta comunque opportuno effettuare rilevamenti fonometrici al fine
di verificare l’osservanza dei limiti indicati nel D.P.C.M. del
14.11.1997 e il rispetto di quanto previsto dalla zonizzazione
acustica comunale ai sensi della L. 447/95 con particolare
riferimento ai ricettori sensibili..
E’ opportuno eseguire i rilevamenti prima della realizzazione
dell’impianto per accertare il livello di rumore di fondo e,
successivamente, effettuare una previsione dell’alterazione del clima
acustico prodotta dall’impianto, anche al fine di adottare possibili
misure di mitigazione dell’impatto sonoro, dirette o indirette,
qualora siano riscontrati livelli di rumorosita’ ambientale non
compatibili con la zonizzazione acustica comunale, con particolare
riferimento ai ricettori sensibili.
6.2. Analisi delle interferenze elettromagnetiche ed interferenze
sulle telecomunicazioni
L’interferenza elettromagnetica causata dagli impianti eolici e’
molto ridotta nei casi in cui il trasporto dell’energia prodotta
avviene tramite l’utilizzo di linee di trasmissione esistenti.
Diverso e’ il caso in cui le linee elettriche siano appositamente
progettate e costruite, per il quale, qualora si trattasse di linee
AT, a completamento dell’eventuale studio di impatto ambientale,
dovra’ essere allegata una relazione tecnica di calcolo del campo
elettrico e del campo di induzione magnetica (corredata dai
rispettivi diagrammi) che metta in luce il rispetto dei limiti della
Legge 22 febbraio 2001, n. 36 e dei relativi decreti attuativi.
In relazione al tratto della centrale in media tensione (MT), la
relazione dovra’ dimostrare il rispetto dei limiti di qualita’ del
campo elettrico e del campo d’induzione magnetica, indicati dalla
normativa in vigore, presso tutte i punti potenzialmente sensibili
lungo il percorso del cavidotto.
Gli aerogeneratori possono anche essere fonte di interferenza
elettromagnetica a causa della riflessione e della diffusione delle
onde radio che investono la struttura, ovverosia possono influenzare:
le caratteristiche di propagazione delle telecomunicazioni (come
qualsiasi ostacolo) e la forma del segnale ricevuto con eventuale
alterazione dell’informazione. Dovra’ quindi essere valutata la
possibile interferenza.
6.3. Misure di mitigazione
Si segnalano di seguito alcune possibili misure di mitigazione:
a) Utilizzo di generatori a bassa velocita’ e con profili alari
ottimizzati per ridurre l’impatto sonoro;
b) previsione di una adeguata distanza degli aerogeneratori dalla
sorgente del segnale di radioservizio al fine di rendere
l’interferenza irrilevante;
c) utilizzo, laddove possibile, di linee di trasmissione esistenti;
d) far confluire le linee ad Alta Tensione in un unico elettrodotto
di collegamento, qualora sia tecnicamente possibile e se la distanza
del parco eolico dalla rete di trasmissione nazionale lo consenta;
e) utilizzare; laddove possibile; linee interrate con una profondita’
minima di 1 m; protette e accessibili nei punti di giunzione ed
opportunamente segnalate;
f) posizionare, dove possibile, il trasformatore all’interno della
torre.
7. INCIDENTI
7.1. Analisi dei possibili incidenti
E’ opportuno prendere in esame l’idoneita’ delle caratteristiche
delle macchine, in relazione alle condizioni meteorologiche estreme
del sito. In tal senso:
– andrebbe fornita opportuna documentazione attestante la
certificazione degli aerogeneratori secondo le norme IEC 61400;
– andrebbe valutata la gittata massima degli elementi rotanti in caso
di rottura accidentale.
Deve essere assicurata la protezione dell’areogeneratore in caso di
incendio sia in fase di cantiere che di esercizio anche con
l’utilizzo di dispositivi portatili (estintori).
Andra’ assicurato un adeguato trattamento e smaltimento degli olii
derivanti dal funzionamento a regime del parco eolico (D Lgs. n. 95
del 27 gennaio 1992, Attuazione delle Direttive 75/439/CEE e
87/101/CEE relative alla eliminazione degli olii usati).
7.2. Misure di mitigazione
Si segnalano di seguito alcune possibili misure di mitigazione:
a) La distanza di ogni turbina eolica da una strada provinciale o
nazionale deve essere superiore all’altezza massima dell’elica
comprensiva del rotore e comunque non inferiore a 150 m dalla base
della torre.
8. IMPATTI SPECIFICI, NEL CASO DI PARTICOLARI UBICAZIONI
Qualora nelle prossimita’ del sito oggetto dell’installazione siano
presenti particolari strutture quali aeroporti; apparati di
assistenza alla navigazione aerea, ponti radio di interesse pubblico,
devono essere adottate soluzioni progettuali atte a evitare ogni
interferenza che arrechi pregiudizio al funzionamento delle strutture
stesse.
9. TERMINE DELLA VITA UTILE DELL’IMPIANTO E DISMISSIONE
Al termine della vita utile dell’impianto si deve procedere alla
dismissione dello stesso e ripristino del sito in condizioni analoghe
allo stato originario (interventi di riforestazione e afforestazione,
etc.). a tale riguardo il proponente fornira’ garanzia della
effettiva dismissione e del ripristino del sito con le modalita’
indicata al paragrafo 5.3, lettera g).
Oltre a fornire le suddette garanzie per la reale dismissione degli
impianti, il progetto di ripristino dovra’ documentare il
soddisfacimento dei seguenti criteri:
– annegamento della struttura di fondazione in calcestruzzo sotto il
profilo del suolo per almeno 1 m;
– rimozione completa delle linee elettriche e conferimento agli
impianti di recupero e trattamento secondo la normativa vigente;
– obbligo di comunicazione, a tutti i soggetti pubblici interessati.
Qualora l’impianto risulti non operativo da piu’ di 12 mesi, ad
eccezione di specifiche situazioni determinate da interventi di
manutenzione ordinaria o straordinaria, il proprietario dovra’
provvedere alla sua dismissione nel rispetto di quanto stabilito
dall’articolo 12, comma 4, del decreto legislativo n. 387 del 2003