“- Questo non lo capisco!

– Che?

– Tutta questa gente che mangia la roba senza sapere quello che mangia!?

– I veleni?

– Si, ma non solo! Chi la produce, dove? Prendono questa roba dai scaffali – generalmente custodita nella plastica: insalata, pasta, pomodori, zucchine, carne, formaggi. Non sanno che latte, che mucche, che campi, che terreni, che veleni, che capannoni, che antibiotici, che macellai. Quante volte hanno trattato i campi, quanto prima della raccolta? Montagne di plastica. Come fanno ad accettare questo? Lo faresti tu? Spruzzare tutti questi veleni sul tuo orticello giorno dopo giorno, poi raccogli la verdura e mangi?”

Tonino fa un gesto dalla mano destra come per rispondere “assurdo”, per allontanare l’idea. L’aria di questo inizio di primavera era secco e il cielo blu turchese era puntuato da numerose nuvolette bianche, come delle balle di cottone. Ricordava i cieli nei dipinti di cherubini. Un scirocco soffiava discretamente nel piccolo uliveto e caricava l’aria di un senso di spazio. Portava con se trenta chilometri di campagna aperta, di valli e di macchia.

– Sono anni che non metto i piedi nei supermercati, che tento di sostenere i piccoli negozi e mercatini all’aperto con prodotti sani, piuttosto che la grande distribuzione dove non hai idea di quello che mangi. Anche se a volte pago un po’ di più. La gente va al supermercato perché gli sta comodo, perché non ci pensano e non vedono la gente spruzzare veleni e diserbanti sui campi, parcheggiano la macchina in mezzo e per un’ora nella giornata godono. Molti ci godono come americani e brasiliani. Forse non ci godono, sperano di trovare un senso a tutto questo – comprando cose. Piace l’abbondanza ed i colori. Altri non sanno o non hanno la scelta. Non capiscono i sapori. Non si rendono conto che spruzzano veleni ovunque. Che la plastica è interferente endocrino. Alcuni sono convinti che non fa niente – forse hanno ragione? Quando vedo tutta questa gente che ha dei tumori, allergie, intolleranze alimentare, questa “nuova” sensibilità al gluten non celiaca (NCGS) che stranamente sorge simultaneamente alla nuova pratica di spruzzare diserbanti sul grano prima della trebbiatura… Ho dei dubbi…”

Tonino impugna l’asta e riprende il lavoro della potatura. “Se non conosco il produttore, non compro”.

– Mi ricorda questo cane avvelenato da bocconi contenendo organofosfati. Alla morte del cane, la A.s.l. aveva notificato del divieto di seppellire il cane avvelenato nel proprio terreno. La stessa legge non vieta l’uso del veleno in oggetto, e ne autorizza l’irrorazione sui terreni. Paradossale.

– Insano. La gente non si rende conto, non ha voglia, sono interessati allo smart. Non capiscono che quello che rimane di democrazia in questo mondo di sorveglianza e di interessi corporativi, sono le scelte che fanno quando fanno la spesa.

– Lo smart!

– Non importano i veleni.”