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Qui, nelle sale e nelle vie di accesso che percorrevano la città Etrusca di Acqua Rossa, usavano le fibule. Intorno all’edificio comunale principale struttura visitabile sul sito –, le donne e gli uomini utilizzavano queste tipiche spille di bronzo o ferro, a volte oro, o argento, per fissare tuniche e mantelli dai colori vivaci. Le donne dalle tuniche di stoffa leggera decorate, e lunghe fino ai piedi, con orli e pieghe; utilizzavano eleganti pettini per curarsi i capelli, creme, unguenti, rosso per le labbra, pennelli per gli occhi, il tutto custodito in “beauty case” personali. Portavano manti, gonne, casacche, corpetti… bigiotteria squisita, a volte si decoloravano i capelli.

 

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Gli uomini avevano i capelli lunghi e la barba fluente,.. Le fibule erano di lunghezza e di forma diversa, da qualche centimetri a venti centimetri, ad arco spezzato e serpeggiante. Queste ultime, usate dagli uomini che indossavano la clamide corto mantello di lana leggera e la tebenna. Il chitone usato sia dagli uomini che dalle donne, come i precedenti non richiedeva fibule. Le calzature Etrusche erano estremamente eleganti: sandali di cuoio allacciati quasi fino al ginocchio permettevano di passeggiare comodamente lungo le strade che passavano tra le case, edifici di tufo con tetti di tegole dipinte o capanne di legno. Le facciate delle case di tufo erano decorate da lastre a rilievo e a volte da antefisse a testa femminile…

Tegole dipinte, lastre a rilievo, antefisse, colonne, acroteri,vasi, anfore, fibule, figurine, oggetti per la produzione tessile, come rocchetti, fusi e pesi di telaio sono stati rinvenuti all’interno della città. Altri utensili come colini, mestoli, oggetti per lucidare la creta dei vasi prima della cottura, e oggetti ricreazionali quali un dado o la parte di una probabile bambola completano il quadro della vita quotidiana all’interno di questo sito. Alcune iscrizioni indicano nomi e ci ricordano che questo popolo utilizzava un alfabeto proprio. Un popolo a cui piacevano i banchetti senza fine ed il cibo, la musica ed i giochi, la danza e lo sport.

 

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Questo sito, che fiorì tra il VII e il VI secolo a.C., ha conservato principalmente tegole e resti di case, fornendo informazioni cruciali sull’architettura Etrusca e la struttura dei tetti. Ha dimostrato che le case Etrusche erano molto curate e decorate di tegole dipinte e di lastre a rilievo nel sotto tetto.

Gli scavi ad Acqua Rossa sono stati realizzati dal 1966 a 1978, e condotti dall’Istituto Svedese di Studi Classici di Roma ed ai quali il Re Gustavo VI Adolfo di Svezia partecipò personalmente. Su venticinque ettari di superficie, sono stati identificati più di settanta edifici, ma solo una piccola parte è stata portata alla luce, poi in parte ricoperta per preservarla della degradazione.

Malgrado il fatto che ad oggi sono rimaste visibili solo le fondazioni dell’edifizio principale – probabilmente un edificio comunale – il fascino che trasmette questo luogo unico rimane totale. Più dei altri siti – all’eccezione forse di Vulci e Ferento – Acqua Rossa permette di viaggiare nel tempo e di immaginare gli etruschi vibranti e colorati, moderni, che andavano per la città e vivevano di commercio e di artigianato, agricultori e lavoratori addetti all’estrazione e la lavorazione del ferro come ne testimonia il fiume “rosso” che scorre nella valle…

 

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