E inevitabile! Quando trovo prodotti biologici veri al mercatino, o quando vado nell’orto, che vedo questi frutti deliziosi pieni di difetti e malformazioni in parte danneggiati dal bago, mi viene in mente l’argomento delle normative UE in materia di forma e dimensioni dei frutti – di colore!
L’avete indovinato, questi frutti deliziosi sono delle pesche minuscole, piene di piccoli e grossi difetti che le rendono inadeguate alla vendita secondo i criteri stabiliti dall’Unione.
Queste normative ridicole e improbabili esistono ormai da molti anni, e non sono il primo a prendere in giro le norme sulla curvatura dei cetrioli o la purezza delle linee delle carote – o Dio non bifidi! Un po’ come se eliminavano tutti quelli che c’è l’hanno piccolo, storto, o scolorato – il naso. O magari con una macchia. Diranno subito che era una questione di standard,… di uniformare le confezioni, per migliorare il prodotto,… che non era per cattiveria,… Che comunque negli ultimi anni vedendo l’enorme spreco e danno ambientale dell’eugenica della frutta, hanno ridotto la lista delle discriminazioni! Sorta selezione della razza ariana del frutto dove i più piccoli e brutti vengono cancellati – ma non quelli insipidi e avvelenati o sprovvisti di proprietà organolettiche.
Con tutte le circostanze attenuanti che si possono inventare, la questione rimane: come è possibile che qualcuno o un ente prende delle decisioni cosi stupide che possono causare lo spreco di cibo (e il danno economico e ambientale), e mettere la priorità su criteri di forma e colore piuttosto che di qualità e sostenibilità? Che succede al livello decisionale? Appare evidente che l’organigramma decisionale è sbagliato ed inefficace, che le decisioni sono prese senza tenere in considerazioni gli interessi dei cittadini e del pianeta, ma solo dei criteri numerici e tecnici o finanziari. Serve un urgente ristrutturazione sistemica.
Sorge anche la domanda: quale è lo scopo dell’UE come la conosciamo, dopo i trattati di Nizza e Maastricht – non parliamo della nozione de facto di Europa geografica delle nazioni ?
Perché l’UE spende una fortuna per partorire delle normative ingombranti che riguardano la forma ed il colore delle mele o altri prodotti e non produce delle normative in materia di spreco e di pesticidi, non obbliga i produttori ad indicare i trattamenti e i fertilizzanti utilizzati nonché le caratteristiche della produzione? Perché l’UE autorizza ancora gli allevamenti intensivi – veri campi di concentramento per animali e luoghi di tortura? Perché l’UE non articola una politica di transizione verso la filiera corta e il biologico o l’artigianato. Perché l’UE non spinge alla longevità dei prodotti industriali e all’eliminazione dell’usa e getta!?… Tante domande senza risposte…
Leggendo il seguente messaggio dal Commissario Vytenis Andriukaitis, siamo ottimisti che l’UE di Maastricht e Nizza riprenderà la strada giusta:
The central goal of EU food safety policy is to protect both human and animal health.We cannot compromise on these standards but, in co-operation with Member States and stakeholders, are looking for every opportunity to prevent food waste and strengthen sustainability of the food system. https://ec.europa.eu/food/safety/food_waste_en