“- Degli zombie! Dei consumatori zombie!
– Ma chi!?” Jurgen era perplesso. Era la terza volta che Melissa partiva così improvvisamente – che se la prendeva con il consumatore. Aveva ragione certo – il consumatore era rimbambito! Melissa continua.
“- Quelli, i Romani, i turisti, i Milanesi, you name it!
– Certo.
– La terza volta che mangio con amici benestanti a Roma e ogni volta sembra cibo uscito direttamente dalle fabbriche di Tricatelle!” Melissa alludeva al capolavoro anticipativo di Claude Zidi: L’Ala o la Coscia, dove il grande critico culinario Duchemin si confronta con l’industriale della ristorazione Tricatelle, e scopre la sua fabbrica di cibo industriale.
“Una cosa immangiabile. Chele di granchio ricostituite, una polpa di cosistenza di wurstel indurita di colore rosa-arancione inserita chele di granchio – sembravano alette di pollo ricostituito. Poi dopo tonnellate di pizza dalla funzione riempitiva, degli gnocchi di “plastica” con sugo pieno di aromi artificiali e pezzetti di quasi carne…
Gli guardavo mangiare. Palesemente non apprezzavano, si capiva che non pensavano di mangiare bene. Sembrava che la gente sia rassegnata a mangiare da passabile a male (anche se le quasi-chele erano al di sotto del “non molto buono”, e di fatto, quasi nessuno le ha mangiate). Sono consapevoli di pagare caro per mangiare una schifezza, ma purché il luogo sia sufficientemente trendy per le esigenze della high society, mangiano – sono rassegnati. “Ormai si mangia così” pensano, fino al momento in cui tu gli porti qualcosa di buono dalla campagna. Non si chiedono più che mangiano, non si pongono il problema se è tutto “Tricatelle” o no, come è fatto, da dove viene. Accettano quello che gli viene dato. Sono dunque diventati degli zombie, dei consumatori zombie. Una vita di lavoro vuota. Entrano tanti soldi, ma non hai la minima idea che ne devi fare, sei annoiato di andare al negozio per comprare l’ultimo gadget elettronico – non sai bene perché lo devi usare. Sei annoiato di parlare del calcio, sei annoiato di essere carrierista perché alla fine ci sono troppi altri carrieristi che ti circondano, e sei diluito nella massa. Finisce che concludi con questa banalità, cito: nella vita ci sono 5 giorni belli, il resto sono neri. E diventato una realtà ormai, come per i Tuscanesi è diventata una realtà l’ecomostro di cemento armato all’uscita del paese. Sta lì!
– Degli zombie.
Fuori, nella notte nera scendevano le prime gocce di pioggia, grosse, facendo il loro ticchettio caratteristico sui vetri della veranda. Un cane solitario abbaiava dell’altro lato della valle. I furgoni di Tricatelle erano lì, nella periferia della città fuori dai magazzini, fermi e silenziosi con i loro slogan scritti sui fianchi, pronti ad entrare in servizio con le prime luci della mattina. Tutto sarebbe a norma UE, cartoni di tuorlo e cartoni di albume, latte in polvere, sughi di ogni genere con coloranti e conservanti, con verdure tagliate alle dimensioni stabilite come stipulato negli articoli UE in materia. Un esercito di furgoni Tricatelle pieni di confezioni contenenti materia organica ricostituita o non, prima lavata con ammoniaca, poi addomesticata con aromi e colorata,…
-Consumatori zombie!”