Elementi di riflessione per i nostalgici della sinistra e confusi della destra.

“Come è stato possibile giungere a una situazione nella quale il populismo di destra sottrae alla sinistra i suoi stessi temi?”. Queste parole del filosofo tedesco Jurgen Habermas, (globalist, 16 March 2017) sono l’archetipo dei discorsi vaghi che escono nei social media o nei global media e che tentano di descrivere la depressione economica e politico-sociale dell’era post Euro. Citazioni generiche prodotte da nostalgici e finti nostalgici (opinionisti manipolatori) della sinistra cosi come previo leggere modifiche da militanti della destra. Una sinistra che è apparentemente esistita per un breve periodo della storia delle “democrazie” occidentali, quando l’abbondanza era apparentemente senza limiti, ma di fatto riservata ad una frazione minima della popolazione mondiale. Un’ epoca in cui lo smart e tutti i giocatoli tecnologici moderni erano assenti. Si telefonava ancora con un filo attaccato alla cornetta. I partigiani della destra si sono persi pure loro. Hanno confuso la ricchezza con l’abbondanza di mondezza e di veleni dovunque – in primis nel cibo. Si sono dimenticati che in questo modello economico liberalista, il consumatore è responsabile del mondo che crea. Si sono dimenticati che molta gente di destra ma anche di sinistra ama divertirsi nella natura. Preservare la natura ed il cibo non avvelenato nonché vivere meglio non è solo di sinistra, ma anche proprio di destra. Destra e Sinistra che alla fine vogliono la stessa cosa, solo che non capiscono che non si devono aspettare che i governi occidentali fascisti “soft” per riprendere i termini di Ron Paul, facciano il lavoro per loro. Il partigiano di destra dovrebbe aspirare ad un governo imparziale che lasci in pace i mercati, dando libertà alla libera impresa, piuttosto che ad un governo corporativista scivolando su un fascismo “soft”. Un socialismo bancario che socializza i debiti e privatizza i profitti. I partigiani di sinistra dovrebbero auspicare la stessa cosa. Un governo che invece di prendere il té con le corporazioni e le banche, prenda il té con loro. Sarebbe ora di riprenderci in mano la nostra vita e di andare a fare la spesa con il cervello e con il cuore. Acquistare dai piccoli produttori locali che usano delle pratiche sostenibili, rispettando così l’ambiente e la dignità delle persone che lavorano con coscienza e dedizione, aumentando la coesione sociale delle nostre piccole comunità, traendo noi stessi beneficio per il nostro spirito e la nostra salute. Consumare un po’ meno ma meglio.