Finora, la Tuscia è rimasta una bella miscela di uliveti, noccioleti, castagneti, campi di grano, fagioli, patate, ecc… Per miracolo, davanti alle ville, piuttosto che le alberate di cipressi (belle per carità) troviamo spesso le splendide alberate di ulivi. Intorno al lago di Bolsena ma non solo, piccoli produttori lottano per sopravvivere alle riforme dell’entità tecnocratica – il REGIME EUROPEO -, qui, nella Tuscia, si potrebbe ancora ritornare a un economia sana di piccoli produttori vendendo i stessi prodotti in piccoli mercati all’aperto – il vero km0. I prodotti eccellenti di cui il cece del “Solco Dritto”, l’olivo caninese, la lenticchia di Onano, le patate, le castagne, funghi, ecc. Ma adesso, ancora una volta, dopo il salvataggio in-extremis del patrimonio paesaggistico della Tuscia contro il progetto di pale eoliche Tra Tuscania e Tarquinia, siamo di fronte ad un invasione da parte da grandi gruppi – questa volta si tratta di monocultura intensiva. I noccioleti, come il prosecco più al Nord, sono destinati ad invadere la Tuscia ed a creare ancora una volta l’incubo della monocultura intensiva – e l’avvelenamento della gente. Già si sono dimenticato che con la monocultura di fragole intorno al lago sono andati a gamba per aria, adesso, invece di un giusto equilibrio produttivo di nocciole, andiamo alla nocciola totale, e questo in parte grazie al REGIME che farebbe meglio di incentivare il vero km0 e la creazione di foresta che fare il gioco di un gruppo che ha eletto domicilio a Lussemburgo. Mi viene in mente il passaggio dell’opera biografica di Marguerite Yourcenar sull’Imperatore Adriano dicendo qualche 2000 anni fa: “dubito che un giorno arriveremmo ad una gestione intelligente dell’economia mondiale”. Ancora crediamo che un economia intelligente dipende della crescita e della globalizzazione – e nel fra tempo fingiamo di preoccuparsi dell’ambiente e del “riscaldamento”.
Mi ricordo quando nel 2005 quando fece le fotografie per la guida ai prodotti tipici del Lazio. Tutti i piccoli produttori DOP-DOC dell’Alto Lazio si lamentavano: “tra poco dovremmo chiudere, non c’e la facciamo a sostenere le spese con queste nuove norme – Europee”. Tutti i contenitori in alluminio, tutto deve passare nei tubi (vino), ecc… Troppe spese rifare gli impianti per piccoli produttori familiari. Nel 2005 mi confermava quello che avevo capito sin dall’Inizio: il REGIME attua a favore delle corporazioni – ovvero si tratta di fascismo.

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e per quelli che ancora pensono che fascismo è solo più ordine pubblico – magari – cito dott. Ron Paul, congressista US:

“Government and crony corporate interests meet to “build public-private partnerships” — which happens to be the exact definition of fascism.” che si riferisce all’articolo qui sotto.

Traduco: Il governo e gli interessi aziendali (corporazioni) sodali si incontrano per “creare del partenariato pubblico-privato” che si rivela essere l’esatta definizione del fascismo.