Che bella, questa zona sacrificabile!
Qui entriamo proprio in quella zona bucolica che scoprii verso il 2005 e che mi legò definitivamente a questa parte del centro Italia. Da quello che mi ricordo dovremmo essere sulla stradina che porta da Tuscania a Pian di Vico o su una che ne diparte – ma dopo tanti anni i ricordi sono confusi. L’ubicazione così precisa è poco importante. Siamo comunque nell’area destinata alla produzione di energia elettrica da fonti dette “rinnovabili”. Poco importa se 250 ha di fotovoltaico e diversi altri impianti di produzione prenderanno il posto della campagna bucolica in questa inquadratura precisa o poco più a sinistra o a destra. Ciò che importa è che per un estensione di decine di chilometri la sensazione di pace e di serenità che la visione agreste ispira sarà annullata dalla presenza di strutture industriali, una delle ultime aree non montane d’Italia dove l’occhio può perdersi sarà persa per sempre.
Il tutto aggravato dalla dalla scarsa trasparenza e carenza di comunicazione che rende molto difficile al cittadino comune l’accesso alle informazioni necessarie per essere consapevole di come il territorio in cui vive sarà modificato irreversibilmente da decisioni prese senza consultarlo o almeno informarlo adeguatamente. Decisioni che spesso coinvolgono la salute e/o il benessere stesso del cittadino. La giungla di burocrazia in costante aggiornamento, atti, decreti, deroghe, normative, circolari con annessi cavilli, orari degli uffici, addetti spesso sfuggenti rendono gli uffici del Comune luoghi dove è difficile accedere ad informazioni se non guidati da un personale competente che però è spesso poco disposto a fornire l’accesso a informazioni e progetti che pure sono pubblicamente depositate. Un cittadino, residente e amante del territorio non ha idea dei progetti di trasformazione territoriali imminenti o futuri, non ha idea dell’estensione della zona che sarà trasformata da zona bucolica a zona industriale (per lo meno destinata alla produzione di energia su scala industriale) ma sarà comunque costretto a subire, a sua insaputa, i danni economici e morali. Un residente non ha la minima idea se un domani degli aerogeneratori industriali giganti verranno a distruggere la sua qualità di vita e il suo sogno (di vivere in uno dei più bei luoghi al mondo). Ho personalmente conoscenza di diversi casi di cittadini, incluso me stesso, che alla ricerca di informazioni sulla gestione del territorio al Comune sono stati trattati come dei lebbrosi a cui è stato negato, con una scusa o l’altra, l’accesso alle informazioni – nonostante la convenzione Aarhus, alla quale aderisce anche l’Italia, dichiari che il cittadino ha diritto di accesso alle informazioni che riguardano la gestione dell’ambiente e del territorio.
Ndr.: Il termine zona “sacrificabile” viene utilizzato nel testo per scelta stilistica. Il comune parla a quanto pare di zona dove sono autorizzati gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Preciso anche che quello che chiamo la zona sacrificabile non è sempre necessariamente nel confine delimitato dal comune, ma nell’area che a mio parere sarà profondamente alterata dalla presenza di impianti di produzione di energia da fonti “rinnovabili” da un punto di vista paesaggistico. Aree di alto valore paesaggistico che perderanno questa caratteristica.
Adesso, un po’ di lettura sulle dette “rinnovabili”…
Nonostante il rapporto Onu sul riscaldamento climatico è allarmante e avverta della necessità di diminuire drasticamente la produzione di gas a effetto serra, il consumo di energia proveniente da tutte le forme continuerà ad aumentare o al meno a rimanere stabile (carbone)
Il grafico delle previsioni di consumo dalle diverse fonti di energia fino al 2040
Per i problemi legati alla produzione energetica da energia eolica (principalmente inconsistenza della produzione e uso di materiali/energia per la costruzione) vedi i due link sottostanti:
Una parentesi su inceneritori qui sotto
Poi ci sono altre notizie interessanti (2009):